ESORDIO PER LA NUOVA LINEA DI PRODOTTI MEAT ANALOG DEL BRAND DI JOY, PRONTO A VIVERE UNA STAGIONE ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE
Andrea Torelli
L’apparenza inganna… chi si ferma alla superficie. L’attenzione che negli ultimi anni ha catalizzato il mondo del plant based è direttamente proporzionale al frequente fraintendimento di questi prodotti nel nostro Paese. Vale per i consumatori, vale per il trade: in termini di differenze tra pietanze e tecniche produttive per i primi e per la collocazione (e comunicazione) in punto vendita per i secondi. Eppure, parliamo di un business che ha tutte le carte in regola per crescere in futuro e che anche nel presente non sembra cavarsela male: uno studio di Ubs stima che entro il 2025 il valore di mercato della carne vegetale raggiungerà i 51 miliardi di dollari; nella Gdo italiana le referenze plant based muovono già un giro d’affari di oltre 200 milioni di euro, in crescita a doppia cifra (fonte: NielsenIQ, tot. Italia, a.t. 28.02.2021).
Senza considerare che l’equazione plant based = cibo per vegani è da tempo superata, essendo sempre più eterogeneo il target di consumatori di questi prodotti. È fermamente convinto di questo scenario Alberto Musacchio, titolare dell’azienda perugina Joy, il cui marchio Food Evolution è tra gli alfieri italiani delle alternative alla carne.
“In Italia c’è ancora molta confusione e poca informazione attorno ai nostri prodotti, – esordisce Musacchio – spesso banalmente accostati al novel food o ai burger vegetali. Io e la mia famiglia siamo in questo mondo da 40 anni e devo dire che, a differenza di quanto accade in alcuni paesi all’estero, da noi il cibo plant based non è mai stato sostenuto da una vera ricerca scientifica d’impresa. Da qui la volontà di offrire un’alternativa sostenibile alla carne grazie a una produzione d’avanguardia, completamente meccanica e lontana dall’ultra-processato: prima accusa mossa dai detrattori di questo settore. Le nostre referenze, che potremo definire plant based-meat analog, nascono da una matrice vegetale (soia, ndr) ad alta concentrazione proteica, poi lavorata con la tecnica dell’estrusione ad alta umidità, arricchita da aromi 100% naturali e infine surgelata: niente insetti, né cellule da laboratorio, per intenderci. Il risultato di un modello di business alternativo e virtuoso che nel futuro prenderà sempre più campo: anche i produttori di carne più lungimiranti lo sanno e stanno già investendo nel nostro settore“.

NUOVA GAMMA E PROGETTI FUTURI
Il fatturato di Joy è cresciuto del +211% nei primi otto mesi del 2021, oggi il 65% del business è all’estero e, seppur agli albori, il brand Food Evolution (recente l’ingresso in Esselunga) si sta facendo notare per le continue innovazioni di prodotto. L’ultimo tassello è rappresentato dalle tre referenze surgelate ParePollo, PareManzo e ParePancetta:
“Meat analog che si prestano a svariate preparazioni in cucina, dalle cotture rapide a quelle più lunghe. Con apporti nutrizionali da superfood: 24% di proteine, senza glutine e con pochi grassi e carboidrati.“
Tanti i progetti nel cantiere di Joy, nella cui compagine sociale figurano fondi di investimento di private equity, investitori privati e un top player della Gdo internazionale:
“Nel nostro caso gli interessi della finanza collimano con l’etica ambientale. Stiamo progettando un ampliamento di gamma ad altri comparti: sughi (freschi e a lunga conservazione, ndr) e piatti pronti ready to eat plant based. E sbarcheremo presto anche nel mondo del fish analog con un burger.”